Titolo: Quando tornerò
Autore: Marco Balzani
Editore: Einaudi
Anno : 2021
Dopo il grande successo di Resto qui (ne ho parlato qualche post fa 😉) Marco Balzano stavolta guarda alla realtà contemporanea, ad un vero fenomeno di massa : la migrazione delle donne dai paesi dell'est .
Trama
Moma è mamma di due figli adolescenti e moglie di un uomo troppe volte disoccupato e troppe volte ubriaco. Quando decide di partire per l'Italia e lo fa senza parlarne, lascia un biglietto e parte.
Tutto ciò che comporta questo allontanamento è raccontato in prima persona (secondo il loro punto di vista) dai 3 personaggi principali : Manuel il figlio più piccolo, la mamma Daniela e Angelica l'altra figlia. Ognuno di loro soffre per lo smembramento della famiglia che lascia cicatrici insanabili in ciascuno di loro fino al tragico epilogo, quando la vita di Manuel è appesa ad un filo per un tragico incidente.
Recensione
Questo libro con un linguaggio assai scorrevole denuncia una triste realtà che abbiamo di fronte : l'esodo di moltissime donne (rumene, moldave, ucraine, bielorusse, peruviane, equadoregne, filippine ecc) verso l'Italia per lavorare come badanti, colf, babysitter, infermiere e in genere tutto ciò che permette loro di guadagnare qualche soldo. Ciò che non vediamo però è quello che sta dietro ad ognuna di loro : per ogni donna emigrata c'è un orfano bianco, bambini senza genitori destinati a crescere dai parenti o in enti preposti con modestissime risorse; dietro milioni di donne emigrate ci sono pazienti estremamente fragili con malattie di difficile gestione come l'Alzheimer o il Parkinson che possono ledere il loro stesso equilibrio psicofisico (il mal d'Italia); dietro ogni donna emigrata c'è il sogno di ritornare in patria che molto spesso rimane un'illusione; dietro ogni donna emigrata c'è anche il sogno di abitare in Italia con tutta la famiglia che molto spesso rimane un'illusione perché lo stipendio non è sufficientemente adeguato. È una migrazione tutta al femminile che richiede coraggio e partecipazione. Se nel dopoguerra si cercavano braccia forti per ricostruire ora si cercano donne per curare una società di anziani.
Perché va messo sullo scaffale?
L'emigrazione tutta al femminile è un fenomeno dei nostri tempi che Marco Balzano ha saputo rappresentare con passione . Ho seguito le vicende del libro con trepidazione fino all'ultima pagina.
Dopo il grande successo di Resto qui, Marco Balzano torna con un racconto profondo e tesissimo di destini che ci riguardano da vicino, ma che spesso preferiamo non vedere. Un romanzo che va dritto al cuore, mostrando senza mai giudicare la forza dei legami e le conseguenze delle nostre scelte.
Lasciare la Romania e lo strappo che non consente il pianto.
Milano e la nebbia, la lingua da imparare in fretta e un corpo di vecchio da accudire.
Telefonate che si riducono alle solite domande mentre il cuore è asfissiato dall’assenza.
Moma, madre costretta a pagare la colpa di una povertà che non lascia scelta.
“Quando tornerò”, pubblicato da Einaudi Editore, racconta la migrazione delle donne, aprendo uno scenario che si è volutamente ignorato.
Figure che entrano nelle nostre case, si prendono cura dei nostri anziani, riempiono il vuoto di un affetto che non possiamo e non riusciamo a dare.
Di loro nessuno dice niente, schiave e prigioniere, stanche, invecchiate, devastate dalla nostalgia.
Marco Balzano regala una prosa commovente che nasce dallo studio del fenomeno migratorio.
La sua voce arriva con quella leggerezza che lo contraddistingue.
Lo stile e i tempi letterari sono scanditi con ritmo pacato di chi ama la parola.
La capacità di dare spazio ai personaggi definisce un quadro dai colori tenui nel drammatico evolversi degli eventi.
Il dolore e la rabbia di Manuel, figlio abbandonato, dicono molto su chi resta.
Si vive aggrappati al sogno di un ritorno, ma i giorni passano e scavano solchi di incomprensione.
La trama scorre e vorremmo fermarla, goderci la purezza della frase, la brezza di una narrativa che sa essere denuncia sociale.
Sentiamo che succederà qualcosa nelle accelerazioni prospettiche della struttura.
E quando un solo gesto, segno di una disperazione senza fine, arriva siamo pronti ad accoglierlo.
Il cerchio si chiude su un ragazzino e la sua mamma.
L’amore si condensa in una sala d’attesa e i ricordi diventano pungenti.
Bisogna sussurrare cosa significhi essere migrante, avere il coraggio di mettere a nudo la vergogna di essere solo un nome senza diritti.
È necessario fare spazio al senso di colpa per non avere percepito la frattura che stava disintegrando la famiglia.
Imparare a piangere dopo anni di lacrime ingoiate.
Marco Balzano regala una prosa commovente che nasce dallo studio del fenomeno migratorio.
La sua voce arriva con quella leggerezza che lo contraddistingue.
Lo stile e i tempi letterari sono scanditi con ritmo pacato di chi ama la parola.
La capacità di dare spazio ai personaggi definisce un quadro dai colori tenui nel drammatico evolversi degli eventi.
Il dolore e la rabbia di Manuel, figlio abbandonato, dicono molto su chi resta.
Si vive aggrappati al sogno di un ritorno, ma i giorni passano e scavano solchi di incomprensione.
La trama scorre e vorremmo fermarla, goderci la purezza della frase, la brezza di una narrativa che sa essere denuncia sociale.
Sentiamo che succederà qualcosa nelle accelerazioni prospettiche della struttura.
E quando un solo gesto, segno di una disperazione senza fine, arriva siamo pronti ad accoglierlo.
Il cerchio si chiude su un ragazzino e la sua mamma.
L’amore si condensa in una sala d’attesa e i ricordi diventano pungenti.
Bisogna sussurrare cosa significhi essere migrante, avere il coraggio di mettere a nudo la vergogna di essere solo un nome senza diritti.
È necessario fare spazio al senso di colpa per non avere percepito la frattura che stava disintegrando la famiglia.
Imparare a piangere dopo anni di lacrime ingoiate.
“Mi sentivo svuotata.
Ero solo affamata di te.”
Difficile in una recensione esprimere le emozioni che si provano, trovare fonemi per ringraziare l’autore.
Da siciliana ho ritrovato la storia dei miei nonni e mentre le mie immagini si mescolano con quelle dello scrittore so che questo libro andrà lontano.
Testimonierà lo strazio di chi parte, offrirà speranza a chi decide di rimanere.
Commenti
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