Il genere horror - gotico non è tra le mie preferenze ma questo libro rompe ogni preconcetto. Shirley Jackson, apprezzata pubblicamente dal grande maestro Stephen King, muove la sua penna con grande maestria, tra leggerezza e angoscia. Nella routine quotidiana dei nostri protagonisti si respira una monotonia inquietante mentre il velo di mistero che ricopre il loro passato si svela lentamente pagina dopo pagina. Stanze e oggetti fermi nel tempo in un maniacale ordine preciso, un giardino circoscritto che racchiude tutto il mondo esterno, una cittadina fuori da queste mura sprezzante, incredibilmente ostile. Sono gli elementi che ci racconta Mary Katherine Blackwood , la giovane protagonista narrante in prima persona. Ma Mary Katherine ci narra il presente senza svelare alcunché del passato e per ricostruire gli accadimenti che turbano la famiglia Blackwood bisogna attendere l'elemento estraneo che entra a sconvolgere un sottilissimo equilibrio tra la realtà e la follia.
Il finale ci lascia un po di amaro in bocca ma ci insegna ad usare prudenza e moderazione nel giudicare quando il confine tra l'alienazione e la normalità è in un equilibrio al quanto instabile.
Un libro sorprendente 🤩
Trama
Mary Katherine ha 18 anni, parla in prima persona e ci racconta il suo presente : è l'unica a varcare l'uscita da casa Blackwood una volta a settimana, mentre sua sorella più grande provvede a cucinare e badare allo zio paraplegico e un pò svitato ; insieme puliscono la grande casa e mantengono intatte anche le stanze dove non c'è più nessuno. L'equilibrio si rompe con l'arrivo di un cugino, estraneo alla casa e ai suoi fragili bilanciamenti. Lentamente viene a galla il passato e quelle che sembravano delle tranquille consuetudini diventano il marchio del terrore.
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